Daniele Dainelli, Tokio in eclisse

Tokyo, 2007 - Veduta notturna della facciata di un grattacielo
Tokyo, 2007 – Veduta notturna della facciata di un grattacielo

Dal 1 luglio al 6 settembre 2009

Il 1 luglio, alle ore 19.00, si inaugura a Forma, Centro Internazionale di Fotografia, TOKIO IN ECLISSE una raccolta di immagini di Daniele Dainelli che raccontano il presente della città  lasciandone immaginare il futuro: difficile e disumanizzante, ma con un fascino cui è difficile resistere.

“1962. A Firenze per vedere e girare l’eclisse di sole. Gelo improvviso. Silenzio diverso da tutti gli altri silenzi. Luce terrea, diversa da tutte le altre luci. E poi buio, immobilità totale. Tutto quello che riesco a pensare è che durante l’eclisse probabilmente si fermeranno anche i sentimenti. È un’idea che ha vagamente a che fare con il film che stavo preparando, una sensazione più che un’idea, ma che definisce già il film quando ancora il film è ben lontano dall’essere definito.”(Michelangelo Antonioni)

Tokyo, dicembre 2004 - Quartiere di Shinjuku - al 52° piano del Sumitomo building
Tokyo, dicembre 2004 – Quartiere di Shinjuku – al 52° piano del Sumitomo building

L’Eclisse di Antonioni rappresenta per Daniele Dainelli e le sue foto su Tokyo un riferimento, una conferma, un’ispirazione, un possibile traguardo. Come nel celebre film, Dainelli ha cercato nella città asiatica – metropoli contemporanea per eccellenza ed emblema di un futuro ormai più che presente – la stessa “alternanza di rumore e caos, di lunghi silenzi e paesaggi di architetture fredde, geometriche”.

Anche qui i personaggi si muovono senza comunicare tra loro e l’universo degli oggetti sembra avere la stessa muta e incombente presenza degli umani. Daniele Dainelli ha percorso Tokyo cercando invece in questa città i possibili riferimenti di un luogo che può, e deve, diventare familiare, quotidiano, abituale ma pur tuttavia rimane distante, immerso in una sorta di eclisse che tutto trasforma e rende lontano. Nella luce fredda di TOKIO IN ECLISSE, i dettagli della realtà diventano piccole metafore di un’esistenza transitoria, di passaggio, fatta di frammentate immagini e sentimenti inespressi.