FAF – approfondimenti Besana
La necessità di ridefinire le modalità di rappresentazione dell’universo femminile, eludendo modelli astratti e schemi espressivi prodotti dallo sguardo maschile, costituisce il fulcro del lavoro di molte protagoniste della storia della fotografia italiana e internazionale. Per le donne, infatti, confrontarsi con la propria immagine comporta da sempre il far fronte a un problema di prospettiva: quella dominante, imposta nei secoli dal patriarcato.
Tra le artiste che negli ultimi decenni hanno saputo tradurre questa urgenza politica in una ricerca estetica efficace c’è sicuramente Guia Besana, che ha scelto la fotografia e il ritratto come strumenti privilegiati per esplorare la propria identità e il ruolo della donna nella società, coniugando vicende individuali e private con un’esperienza di genere collettiva e condivisa. Dopo gli esordi nel reportage socialmente impegnato per titoli di fama mondiale, nel 2006 punta per la prima volta l’obiettivo verso il proprio universo quando, costretta a trascorrere molto tempo tra le mura domestiche dell’appartamento parigino a causa della gravidanza, inizia a raccontare la sua storia personale e dà avvio, così, a una serie di lavori dai toni più intimisti, in aperto dialogo con la tradizione della staged photography. In questo corpus al confine tra racconto autobiografico e fiction, l’immagine fotografica, costruita con cura fin nei minimi particolari, non cerca mai la deviazione in mondi fantastici, situazioni surreali o veri e propri reenactment. Al contrario, diventa lo spazio formale e relazionale in cui l’autrice mette in scena sé stessa, coinvolgendo allo stesso tempo anche altre donne. Riproduce infatti il proprio vissuto attraverso i loro corpi in posa e, così facendo, se ne distacca, in una sorta di esperienza catartica che le consente di osservarsi dall’esterno. Prendono dunque forma serie come Baby Blues, che ripercorre con forza straordinaria le conflittualità e le inquietudini della maternità, oppure Under Pressure, in cui la sperimentazione identitaria si sovrappone e mescola con le configurazioni stereotipiche dei ruoli sociali. I conflitti quotidiani, le paure, i cambiamenti fisici ed emotivi dettati dal susseguirsi delle fasi della vita, dall’infanzia alla malattia sono invece posti al centro di serie come Carry On, imperniata attorno al timore di volare che condivide con la nonna, oppure Strangely Familiar, nata dall’esigenza di esplorare il senso di solitudine che ha provato a seguito di una paresi temporanea dei muscoli facciali e che l’ha portata a ragionare sui diktat di perfezione estetica cui è costantemente sottoposta la donna, inducendola a dedicare il lavoro alla storia di Julia Pastrana, celebre performer di freak show del XIX secolo.
Il suo lavoro, sempre in bilico tra la storia personale e le problematiche della donna contemporanea, offre spunti di riflessione rispetto ai quali proponiamo alcune letture di approfondimento. Senza alcuna pretesa di esaustività, riportiamo di seguito una selezione di cataloghi di mostre, saggi, testi critici che hanno affrontato tematiche care a Guia Besana così come a tante altre fotografe impegnate in esplorazioni visive dell’universo femminile.
Approfondimenti per “Selfportrait as Myself”
Per ogni incontro il FAF propone una serie di letture e spunti di riflessione sui temi. Iniziamo con le letture consigliate dopo l’incontro con Guia Besana