Willy Ronis, La musica del caso

Les amoureux de la colonne Bastille, Paris,1957
Les amoureux de la colonne Bastille, Paris,1957

 

dal 4 dicembre 2009 al 10 gennaio 2010

Giovedì 3 dicembre alle 19.00 apre a FORMA, Centro Internazionale di Fotografia, LA MUSICA DEL CASO. OMAGGIO A WILLY RONIS.

Fondamente Nuove - Venezia, 1959
Fondamente Nuove – Venezia, 1959

Diceva che il suo era un mestiere molto duro. Essere fotografo per Willy Ronis significava infatti non smettere mai di osservare, di cercare, di guardarsi intorno, di farsi stupire.

Era nato nel 1910, figlio di emigrati ucraini in Francia, e ci ha lasciato nel settembre 2009: novantanove anni di vita e oltre settanta di fotografia sempre impeccabile e struggente.

Come i suoi amici Robert Doisneau e Edouard Boubat, Ronis aveva fatto della strada il palcoscenico privilegiato dove assistere e registrare ogni variazione significativa di quello spettacolo sorprendente che è la vita quotidiana. Il suo bianco e nero ha raccontato l’evoluzione di un paese, la Francia, e di una città, Parigi, durante gli anni del Fronte Popolare, della Guerra, del dopoguerra fino agli anni più recenti. Ma il suo bianco e nero è riuscito anche a fermare, in questo lungo nastro temporale, una serie di momenti significativi, di attimi irripetibili in cui le forme sembrano riuscire a comporsi, di fronte al suo obiettivo, con una magia unica, con una grazia speciale.

Con falsa modestia, sosteneva che le sue foto le avrebbe potute scattare chiunque, che erano tutte nate “sul filo del caso”.

Invece, solo lui poteva realizzare quei piccoli miracoli di gioia quotidiana, rari e preziosi, in cui il tempo e lo spazio parevano riuscire a lavorare all’unisono; solo il suo sguardo sapeva dosare luci e forme, immediatezza e attesa, ritmo e armonia, ironia leggera da flaneur parigino e  gravità da filosofo.

Questa mostra vuole rendere omaggio alla sua fotografia e alla sua straordinaria carriera. Per la prima volta a Milano, sessanta immagini della sua lunga produzione ci permettono di rintracciare la magia del suo sguardo e di sperare, osservandole, che il mondo di Willy Ronis possa esistere davvero.