Selfportrait Compilation

Selfportrait Compilation

Consigli di letture, ascolti e visioni

 

Anna di Prospero
Se mi lasci ti cancelloGregory Crewdson è il fotografo che più mi ha influenzato ed è il motivo per cui ho deciso di continuare a dedicarmi alla fotografia. Nelle sue fotografie c’è un discorso legato alla psicologia e all’introspezione che è unico. Poi Ewdard Hopper è sempre stato un grande amore. Ritrovo nei suoi quadri quel discorso di presenza ma anche e soprattutto di assenza, come abbiamo sperimentato nel tempo recente della pandemia. Infine, mi ha molto influenzato la rappresentazione surreale e giocosa dei film di Michel Gondry.

 

Alba Zari
Il cinema è stato il mio punto di partenza e in particolare Andrei Tarkovsky per la profondità con cui analizza l’animo umano senza mai essere retorico. Poi Thomas Ruff, per il suo rigore. E uno scrittore, Alberto Moravia in particolare “La vita interiore”, un libro in cui la protagonista, di nome Desideria, dialoga con la sua voce interiore.

La vita interiore - Alberto Moravia - copertina      Stalking A Dream. ~ short essay on the 1979 Russian film… | by Zsoro |  Medium      Nostalghia (1983) - IMDb

Silvia Camporesi
Michelangelo Antonioni: tutta la sua produzione mi ha condizionato molto a livello visivo e a lui ho dedicato anche un progetto che si intitola “Qualche volta di notte”. Poi, gli scrittori americani in generale, da Paul Auster a Philiph Roth, a Jonathan Franzen. Tutta la letteratura americana dove il paesaggio e il racconto è molto ampio ed è per me un nutrimento continuo. Tra gli scrittori italiani, invece, posso leggere all’infinito Primo Levi in particolare “Il sistema periodico” e “La tregua”.

Ho iniziato a fotografare perché un giorno a casa di un amico sono inciampata in un libro di Diane Arbus e ho avuto un mancamento, penso di aver smesso di parlare per un’ora. Tra il mio lavoro e quello della Arbus non c’è nessun punto di contatto – forse l’idea dell’insolito, lei sulle figure umane, io sul paesaggio – ma è proprio il sentimento di usare la macchina fotografica per dire qualcosa che va oltre lo strumento stesso. Ancora oggi quando guardo le sue fotografie ho questo sentimento che non riesco a definire ma che continua a colpirmi moltissimo.
Il sistema periodico            Amazon.it: Pastorale americana - Roth, Philip, Mantovani, Vincenzo - Libri   

Silvia Rosi
Uno dei libri che ho avuto in testa in particolare durante il lavoro sull’autoritratto (“Self portrait as my father”) è “Afropean: Notes from Black Europe” di Johny Pitts, un’odissea all’interno del continente europeo alla ricerca di storie afrodiscendenti. In quello stesso periodo leggevo anche molto “Se la strada potesse parlare” di James Baldwin, il racconto amoroso di una coppia in un momento decisivo della loro vita, dove ho trovato molti riferimenti per costruire le immagini dei miei genitori.

Poi, “The sweet Flypaper of Life”, uno dei miei libri preferiti, dove si uniscono le immagini bellissime di Roy DeCarava e i testi di Langston Hughes: c’è un alternarsi di immagini di comunità afroamericane con questi testi bellissimi e poetici che è una continua ispirazione.

Mi piacciono molto gli scatti di LaToya Ruby Fraser, il modo in cui fotografa se stessa e le persone della sua comunità.

Recentemente ho visto un film che mi ha colpito, “La Femme noire” di Ousmane Sembène, ambientato in Senegal parla di quest’idea di arrivare da un continente a un altro e trovarsi completamente spaesati e succubi di un complesso di inferiorità che non è solo interiorizzato.

Infine un album, perché ascolto molto musica, una band strepitosa dello Zambia che vi consiglio: Ngozy Family.

Afropei. Viaggio nel cuore dell'Europa nera - Johny Pitts - copertina                La Noire de... – trigon-film.org

Alessandra Calò

Per me è importante che l’arte susciti in me un’emozione. Mi viene sempre da piangere quando vado a vedere un’opera di Christian Boltanski, c’è una potenza dentro che mi scuote e lui per me è veramente un riferimento. Poi, la vista sfuggente nelle immagini di Sarah Moon e Francesca Woodman.


Paola Mattioli
Carla Cerati, che ho conosciuto bene, e Ugo Mulas perché è stato proprio il mio maestro nei fatti.
Una fotografa che amo molto è Lee Miller, la trovo di una ricchezza incredibile, le sue immagini sono intense, piene di novità di linguaggio.